L’Unione Europea definisce il bilancio di sostenibilità come “l’integrazione volontaria degli impegni in termini di impatto sociale ed ecologico delle imprese nelle loro operazioni commerciali e nei loro rapporti con le parti interessate” mentre per il Ministero dell’Interno italiano è “l’esito di un processo con cui l’amministrazione rende conto delle scelte, delle attività, dei risultati e dell’impiego di risorse in un dato periodo, in modo da consentire ai cittadini e ai diversi interlocutori di conoscere e formulare un proprio giudizio su come l’amministrazione interpreta e realizza la sua missione istituzionale e il suo mandato”.
Si tratta, in pratica, di uno strumento che permette alle aziende di comunicare in maniera chiara e trasparente le proprie performance in materia di sostenibilità. La redazione di tale bilancio è obbligatoria solo per alcune aziende con caratteristiche e dimensioni specifiche, ma i vantaggi che comporta sono numerosi: per questo, nonostante il suo carattere facoltativo, sempre più imprese decidono di compilare il proprio report. Se vuoi saperne di più sul bilancio di sostenibilità e sui motivi per redigerlo non ti resta che leggere questo articolo.
Cos’è il bilancio di sostenibilità?
Il bilancio di sostenibilità, o report di sostenibilità, è un documento di carattere non finanziario redatto dalle aziende con cadenza annuale per informare gli stakeholder (cittadini, dipendenti, istituzioni, ecc.) dei risultati economici, sociali e ambientali generati nello svolgimento delle proprie attività. Il suo obiettivo è quindi quello di mettere in luce i traguardi raggiunti dall’organizzazione dal punto di vista della governance, della tutela dell’ambiente e del benessere delle persone (che rappresentano i tre diversi aspetti della Corporate Social Responsibility – CSR di un’impresa). In altri termini, tramite il bilancio di sostenibilità è possibile valutare il grado di sostenibilità di un’azienda e il suo impatto dal punto di visto economico, ambientale e sociale.
Bilancio di sostenibilità: quali informazioni include?
Come detto sopra, il bilancio di sostenibilità prende in considerazione tre dimensioni della sostenibilità: economica, sociale e ambientale. All’interno del report devono quindi essere incluse le pratiche adottate in relazione a ciascuna di queste tematiche, da considerare però in un’ottica integrata (non ci può essere sostenibilità ambientale senza sostenibilità sociale, e così via).
Inoltre, il documento deve riportare sia gli impatti positivi generati dall’organizzazione, sia quelli negativi, con la massima trasparenza e completezza.
Gli standard GRI
Benché non esista una legge che impone un metodo uniforme da seguire, per redigere il bilancio di sostenibilità si può fare riferimento alle linee guida stabilite dal Global Reporting Initiative (GRI), un ente internazionale no-profit fondato allo scopo di definire gli standard della rendicontazione della performance sostenibili di qualunque tipo di impresa.
In particolare, il GRI ha elaborato quattro serie standard: una serie composta dagli standard universali e le altre serie da standard specifici che coprono la dimensione economica (GRI 200), ambientale (GRI 300) e sociale (GRI 400) della sostenibilità. Le aziende possono utilizzare questi standard come framework per rendicontare il proprio impatto in maniera chiara e trasparente.
Per quali aziende è obbligatorio redigere il bilancio di sostenibilità?
Per la maggior parte delle aziende la redazione del bilancio di sostenibilità avviene su base volontaria. La sua rendicontazione, infatti, è obbligatoria solo per le imprese di interesse pubblico di grandi dimensioni (ad esempio banche e società finanziarie, oltre che gli Enti del Terzo Settore) mentre rimane facoltativa per tutti gli altri.
Nello specifico, dal 25 gennaio 2017 sono tenuti a compilare il bilancio di sostenibilità gli enti portatori di interesse pubblico che hanno:
- più di 500 dipendenti;
- uno stato patrimoniale di più di 20 milioni di euro;
- un ricavo netto totale superiore ai 40 milioni di euro.
A partire dal 2024, tuttavia, tali condizioni cambieranno e la redazione del bilancio di sostenibilità diventerà obbligatoria per tutte le aziende con:
- più di 250 dipendenti;
- più di 50 milioni di euro di fatturato;
- bilancio annuo di almeno 43 milioni di euro.
Perché redigere il bilancio di sostenibilità?
Benché il bilancio di sostenibilità sia, come abbiamo visto, quasi sempre facoltativo, la sua redazione rimane comunque caldamente consigliata per tutte le imprese.
Infatti, negli ultimi anni l’attenzione del pubblico e delle istituzioni verso i temi della sostenibilità è cresciuta in maniera esponenziale: il bilancio di sostenibilità, che testimonia appunto l’impegno ambientale e sociale di un’azienda e le sue azioni concrete per il bene collettivo, rappresenta in questo senso uno strumento prezioso per migliorare la propria green reputation e aumentare il gradimento da parte dei consumatori che oggi tendono a scegliere in maniera sempre più consapevole e responsabile, orientandosi verso i brand più sensibili a determinati valori e premiando la trasparenza e la chiarezza nella comunicazione.
Ma non solo. A essere interessati verso i risultati in termini di sostenibilità sono anche le banche e gli investitori, che, oggi più che mai, privilegiano le realtà più attente all’ambiente e al benessere delle persone. Redigere il bilancio di sostenibilità permette quindi alle imprese di migliorare il proprio rating bancario e facilitare il reperimento di nuovi capitali per finanziare la propria crescita.
Infine, l’adozione di una politica aziendale sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale e di governance e la conseguente redazione del bilancio annuale di sostenibilità si riflettono in maniera positiva anche all’interno dell’azienda stessa in quanto aumentano la soddisfazione e il senso di appartenenza dei dipendenti, che si sentono più motivati, felici e legati alla realtà per cui lavorano.
Sostenibilità in azienda: la figura del Carbon Manager
Dal momento che la sostenibilità è diventata sempre più importante per le aziende, si sta rendendo sempre più necessaria l’introduzione di figure professionali dedicate in maniera specifica a questo aspetto. In particolare, sta prendendo sempre più piede il ruolo del Carbon Manager, una figura che si occupa, appunto, delle diverse attività che riguardano la sostenibilità aziendale, come la redazione del bilancio di sostenibilità, ma anche la riduzione della carbon footprint e le procedure per ottenere il rating ESG.
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